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Non farti trainare dalle emozioni

Sappiamo che il cervello umano si è sviluppato, adattandosi nel corso dei millenni, sviluppando regole empiriche che ci aiutano nella soluzione dei problemi quotidiani. Le cosiddette euristiche sono delle “scorciatoie” mentali che semplificano un problema agevolando la decisione. Tuttavia, se queste euristiche possono andar bene nella vita di tutti i giorni, in ambito finanziario possono portare ad errori (cosiddetti bias) anche molto costosi.

Bias dell’ottimismo e dell’overconfidence

Alcuni individui tendono a formulare previsioni sistematicamente distorte verso scenari positivi: fare previsioni molto ottimistiche (bias dell’ottimismo ingiustificato) o fidarsi troppo delle proprie capacità di valutazione (bias overconfidence) possono indurre a sottoscrivere investimenti ad alto rischio anche quando si è fortemente avversi alle perdite.

Avversione e propensione al rischio

La maggior parte degli individui sono tipicamente avversi alle perdite, ossia sono molto più sensibili alla possibilità di perdere rispetto alla possibilità di guadagnare un determinato importo. Ma in presenza di una perdita certa una buona parte degli individui diventa propensa al rischio: come un giocatore accanito che preferisce continuare a giocare e prendere più rischio nella speranza di recuperare la perdita pregressa.

Molti individui soffrono inoltre della cosiddetta avversione miope alle perdite che corrisponde al attitudine di trascurare le prospettive di lungo termine per concentrarsi su quelle di breve periodo rispetto alle quali può essere dominante la paura di dover subire delle perdite.

Col senno di poi…

Nel anticipare il rimpianto per eventuali decisioni sbagliate, gli individui possono scegliere di non modificare il proprio portafoglio anche quando sarebbe ottimale (immobilismo) ovvero possono imitare i comportamenti maggiormente diffusi (comportamento del gregge) al fine di condividere con altri la responsabilità delle proprie scelte per ridurre il rimpianto (errore di attribuzione).

Spesso un investitore non sa decidersi di liquidare un investimento in perdita e senza prospettive di miglioramento. Usare il prezzo di acquisto come punto di riferimento può influenzare negativamente lo stato d’animo con il quale si effettua l’investimento (disposition effect): in finanza non contano le performance passate ma solamente le prospettive future.

Investitori e incoerenze

Troppo spesso scelte che appaiono ottimali oggi diventano meno attraenti con il passare del tempo (cosiddetta incoerenza dinamica) generando insoddisfazione e ripensamento. Se hai un obiettivo di medio/lungo termine monitora il tuo investimento evitando di focalizzarti solo sulle prospettive di breve termine. In ragione di un ripensamento momentaneo rischiamo di prendere decisioni non ottimali: si tratta di un problema di auto-controllo che conduce a scelte miopi un po’ come nel caso della persona pigra che vuole iniziare un attività sportiva ma poi rinuncia facilmente ai buoni propositi.

Per investire ci vuole metodo: una consulente può aiutarti ad avere una visione più ampia ed imparziale, utile non solo ad evitare errori cognitivi ma anche a trovare la soluzione migliore in base alle tue esigenze e progetti di vita.